La vita è uno stress, ma non come pensate voi.
Uno “stressor” è qualunque cosa vada ad alterare l’equilibrio di un organismo.
Stressor sono: l’allenamento, la dieta, litigare con il partner, con il capo o dormire male.
Il corpo risponde a questo stressor, inizialmente cercando di resistere, poi, se perdura, attuando meccanismi che lo rendano più efficace nel combatterlo.
Un esempio è l’allenamento: il primo giorno di allenamento avete dolori, il secondo meno, il terzo meno ancora perché il corpo si è adattato.
Guardiamo alle cellule, anzi, ai microorganismi unicellulari: “la vita è uno stress” perché lo stress è alla base dell’evoluzione.
Una cellulina microscopica, ricevuto lo stressor “esposizione all’ossigeno” cercherà di resistervi, cercando di non “soffocare”, se lo stressor ambientale durerà cercherà di diventare più efficiente e sfruttar l’ossigeno e non a vivere in anaerobiosi.
Date per lungo tempo ad un pesce lo stressor “mancanza di acqua/presenza di terra” e potrebbe diventare un rettile, date ad una scimmia l’avanzamento della savana verso la sua foresta abbinato alla mancanza di cibo e lui scenderà dalla pianta, aumenterà forza e volume delle gambe e diventerà un umano.

L’intera evoluzione che porta un organismo unicellulare all’uomo è una reazione allo stress: come potrà essere qualcosa di per sé negativo?
In fisiologia questa visione in bianco e nero (lo stress o “fa bene” o “fa male” per esempio) è quasi sempre errata: è raro infatti un fattore che di per sé faccia sempre male o sempre bene: tutto dipende dalla “dose” applicata allo specifico individuo.
Un esempio sulla dieta.
La signora Pina, con un dispendio calorico di 2000 kcal al giorno, si mette a dieta e decide di togliere 300 kcal dal suo introito alimentare, introducendo quindi 1700 kcal ogni giorno. All’inizio il corpo avverte lo stressor “dieta” ed incomincia ad utilizzare le sue riserve di grasso per colmare il deficit energetico di 300 kcal. Continua per due mesi così e Pina si accorge che il corpo ha smesso di perdere kg.
Cos’è successo?
Il corpo si è adattato allo stressor “dieta”, visto come una minaccia(una sorta di carestia) alla sopravvivenza riducendo il dispendio energetico ed aumentando la fame: ora infatti Pina ha un dispendio giornaliero di 1700 kcal e non più di 2000 kcal.
Posto che Pina voglia dimagrire ulteriormente, ripete il taglio calorico di 300 kcal, andando così ad introdurre 1400 kcal al giorno.
Due o tre mesi più tardi il corpo fa la stessa cosa: si adatta riducendo il dispendio energetico ed aumenta la fame con rischio di perdita di controllo davanti alla dispensa, compaiono inoltre sintomi di sonno alterato, stanchezza giornaliera: Pina è stremata, è entrata nella fase di “esaurimento/burnout” e abbandona la dieta(e sì, se ve lo chiedete, riprenderà tutti i chili persi).
Ecco a voi spiegata la General Adaptation Syndrome, GAS per gli amici: si applica uno stressor al corpo-> il corpo si adatta rendendosi più efficace nel combattere questo stressor.
Cos’è successo?
Il corpo di Pina si è allontanato troppo dalla sua omeostasi(il suo equilibrio) per troppo tempo, il corpo ha risposto inizialmente con una fase detta “allarme”, in cui subisce lo scossone dello stressor, poi si è adattato, con una fase detta “resistenza”, utilizzando le riserve di grasso, ma al perdurare dello stressor non ce l’ha fatta più e si è esaurito e ha fatto abbandonare la dieta.
La soluzione sarebbe stata, durante la fase di “resistenza”, aumentare le calorie da 1700 kcal a 2000 kcal per 1/2 settimane, così da dare un po’ di respiro al corpo al prezzo di qualche chilo ripreso sulla bilancia. Dopo questa risalita il corpo avrebbe potuto più facilmente sopportare una fase di discesa calorica, che inoltre sarebbe stata a 1700 kcal, e non a 1400 kcal, che avrebbe permesso un’ulteriore perdita di peso.
Se volete provare a fare una dieta “fai da te” provate, dopo un mese di ipocalorica, a tornare 1-2 settimane in normocalorica per poi ripetere la cosa.
Certo, questo giochino di salita e discesa calorica allunga la durata e la “sopportabilità” della dieta ed inoltre evita che il corpo si esaurisca, tuttavia non può durare all’infinito: per questo esistono i nutrizionisti.

Lo stress quindi non è qualcosa di negativo in sé, ma solo l’abbinamento di “troppo stress” a “scarso recupero” porta effetti indesiderati poiché il corpo non ha abbastanza risorse per adattarsi: una condizione chiamata “overreaching” che sfocia, se protratta, in “overtraining”, o meglio, “affaticamento surrenalico”.